A tutti sarà capitato prima o poi di trovarsi in una situazione e provare vergogna per ciò che si è detto o fatto. La vergogna è fra le più importanti emozioni secondarie ed in quanto tale non è presente fin dalla nascita ma è legata all’ambiente culturale che ci circonda nella fase della crescita. La vergogna si presenta come uno sgradevole senso di nudità e trasparenza, quando la proviamo abbiamo la percezione di essere stati scoperti e in conseguenza vorremmo diventare invisibili, sparendo dallo sguardo altrui. Essendo strettamente legata alla percezione che si ha di sè stessi, viene definita anche emozione dell’autoconsapevolezza. Quando la proviamo ci sentiamo inferiori, profondamente giudicati e diversi da come vorremmo essere in realtà. Le principali ragioni per cui possiamo provare vergogna sono: qualcosa che si è fatto, un aspetto della propria personalità o persona, per essere stati scoperti o smascherati, per la propria famiglia o istruzione, per un senso di colpa oppure per un circolo vizioso della vergogna, cioè ci si vergogna della vergogna stessa. A seconda del carattere della persona e della cultura quando sentiamo vergogna tendiamo a reagire in due modi: rabbia, per quanto accaduto o per la propria reazione, o isolamento, per evitare di esporsi nuovamente a situazioni simili o ad ulteriori esperienze di vergogna. La vergogna si manifesta con espressioni fisiche come testa abbassata, sguardo evitante, tendenza ad arrossire, cambiamenti nella respirazione, confusione e incapacità di pensare. I pensieri negativi prevarranno, saremo cioè portati a ricordare solo le situazioni che verificano quanto siamo privi di valore o cattivi. Provare vergogna significa che stiamo reagendo ad un senso di inadeguatezza, e ciò indica che ci si vede e considera dal punto di vista degli altri; questa emozione si basa quindi sul presupposto che gli altri ci considerano persone cattive, incompetenti e stupide. Spesso non è necessaria la presenza fisica di un’altra persona ma semplicemente il pensiero di come potremmo essere giudicati, o essere considerati incompetenti o sgradevoli. Saranno anche le reazioni delle persone attorno a noi ad influenzare ulteriormente il nostro sentire. La vergogna può generare negli altri imbarazzo e disagio incrementando quindi le sensazioni negative, oppure ci sarà chi tenderà a far finta di nulla o chi affronterà la situazione sdrammatizzando e aiutando la persona in difficoltà. Come affrontare la vergogna? La vergogna in sé non rappresenta un problema perché ha una funzione di regolatore sociale favorendo ad esempio l’adesione alle norme sociali e culturali. Può inoltre aiutare a promuovere un atteggiamento corretto, stimolandoci a sviluppare maggiore coscienza ed aiutandoci ad esempio a portare a termine un compito o ad essere persone migliori. Quando invece diventa eccessiva, ricorrente e il disagio provocato profondo potrebbe generarsi anche una vergogna preventiva, per cui pensiamo che proveremo vergogna in una determinata situazione ancor prima di viverla. Per superarla in primo luogo è necessario ammettere la propria reazione e poi porsi delle domande per valutare l’effettiva “gravità” della situazione, chiedendosi ad esempio “gli altri lo considerano un fatto grave?” oppure “se fosse capitato ad altri lo considererei un fatto grave?”. Anche parlare con una persona fidata può risultare di grande aiuto, perché il racconto può farci guardare sotto nuova luce e ridimensionare l’importanza delle nostre azioni. Anche la reazione dell’altro all’ascolto del nostro racconto può aiutare a dare il giusto significato al nostro sentire. La vergogna può alleviarsi opponendo un’esperienza positiva: ogni volta che ci sentiamo senza valore possiamo cioè pensare ad una situazione in cui invece ci siamo sentiti fieri per qualcosa che abbiamo fatto.