IL SILENZIO IN ADOLESCENZA

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Silenzio, ribellione e chiusura sono comportamenti tipici della crisi adolescenziale e rappresentano una presa di distanza con il mondo degli adulti per camminare verso una maggiore autonomia e la definizione della loro identità. 

Spesso i genitori vivono il silenzio dei figli adolescenti come aperta ostilità nei loro confronti. E’ importante evidenziare che l’adolescente vive un periodo di profonda trasformazione sul piano fisico, ormonale ed emotivo e l’atteggiamento di chiusura è una modalità assolutamente normale che i ragazzi mettono in atto proprio per stabilire quel confine necessario per arrivare a una definizione di sé.  I genitori pertanto non devono farsi spaventare, perché mostrarsi infastiditi o sofferenti nei confronti dell’atteggiamento del figlio può portare a un ulteriore e maggiore chiusura, innalzando il livello di tensione.

Gli errori che i genitori possono fare nell’affrontare la situazione sono generalmente due: essere eccessivamente accondiscendenti, assecondando e compiacendo tutti i desideri e capricci nel tentativo di evitare l’allontanamento del figlio; oppure diventare insistenti ed opprimenti con la vana speranza di riuscire a stabilire un dialogo.

Se si è instaurata una buona comunicazione con i propri figli già a partire dall’infanzia, affrontare la crisi adolescenziale sarà più semplice e gestibile. Il consiglio migliore per i genitori è quello di evitare di  tempestarli di domande altrimenti i ragazzi potrebbero chiudersi ancora di più, ma al tempo stesso non smettere mai di parlare con loro, anche se loro smettono di farlo. Raccontare la propria giornata ad esempio è un modo per far sentire vicinanza e mostrare interesse nei loro confronti. Anche proporre un’attività da fare insieme in uno spazio neutro, come uscire a mangiare una pizza, può rivelarsi l’occasione giusta per farli aprire, grazie ad un clima rilassato e conviviale.

Fondamentale inoltre per fare in modo che i ragazzi adolescenti nel tempo parlino e si aprano, e anche per mantenere la loro fiducia, è rispettare e non violare mai i loro spazi.

I genitori devono quindi trovare un equilibrio tra la voglia e il bisogno del figlio di essere lasciato in pace e l’attenzione che sentono di volergli rivolgere. Una premura che in adolescenza deve divenire discreta e delicata perché i ragazzi sono alla ricerca della loro autonomia.

In generale ci si può invece iniziare a preoccupare quando l’adolescente si mostra troppo chiuso e si isola non solo dai genitori ma anche dagli amici, oppure è eccessivamente compiacente  e non ribatte mai. Il conflitto con i genitori è normale in adolescenza mentre l’accondiscendenza può nascondere una difficoltà o paura a diventare indipendenti. Se poi i cambiamenti negativi coinvolgono diverse sfere della vita del ragazzo, e si manifestano ad esempio con problemi alimentari o scolastici, può rivelarsi opportuno consultare uno psicologico che lo aiuti a superare il momento di difficoltà lavorando insieme a lui e ai genitori.