Il Cibo…il Corpo, il Cuore e la Mente

Screenshot 2015-12-13 21.22.14Negli ultimi mesi si è parlato tanto di nutrizione grazie all’Expo, un evento che ha suscitato notevole interesse e curiosità! Anche noi di Dyma abbiamo trattato questa tematica nelle diverse aziende con cui collaboriamo e, visti i risultati positivi ottenuti grazie ai contenuti trattati, abbiamo deciso di pubblicare un articolo anche sulla nostra newsletter.

Intanto è bene sapere che se parliamo di nutrizione non dobbiamo limitarci solo all’atto del mangiare, ossia all’introduzione del cibo del nostro corpo, ma dobbiamo pensare in senso più ampio del termine e cioè ai vari modi che esistono per nutrire il nostro organismo.

Una delle caratteristiche peculiari del nostro organismo è l’omeostasi, ossia la stabilità delle funzioni indispensabili per la sopravvivenza. Meccanismi interni si attivano per creare sempre una condizione di stabilità soprattutto quando si verificano eventi che possono minare l’equilibrio creando una condizione di malessere. Un contributo prezioso per il mantenimento di questo equilibrio è fornito anche dalla mente, intesa anche come cervello, dal cuore e dalle emozioni e in ultimo, ma non per questo meno importante, dal corpo.

In questo gioco di equilibri, il cibo assolve un ruolo fondamentale. Ecco perché, quando si parla di nutrizione adeguata, si fa riferimento anche alle giuste dosi apportate non solo all’organismo, ma anche alla mente, al cuore e ovviamente al corpo.

Mente, corpo e psiche sono infatti entità connesse tra di loro e per funzionare in armonia devono rimanere in equilibrio. Essere in equilibrio significa star bene e per stare bene occorre anche nutrirsi in modo sano e adeguato. Questa condizione di stabilità purtroppo non è sempre facile da preservare; ci sono infatti particolari situazioni che possono inficiare negativamente fino a determinare situazioni di malessere che nel tempo possono dare luogo a patologie vere e proprie, come spiegato successivamente.

Gli individui sono equipaggiati per preservare una condizione di equilibrio: il nostro cervello, per esempio, invia segnali che ci aiutano a capire quando è il momento di nutrirsi e quando invece si è raggiunto un livello di sazietà tale per cui è opportuno smettere di mangiare. Sebbene dunque ciascun essere umano sia dotato di capacità innate che favoriscono il mantenimento di una condizione di equilibrio, di fatto spesso le persone fanno fatica ad ascoltare i segnali che il nostro cervello ci invia e finiscono per alimentarsi in modo inadeguato e spesso insano. Questo fenomeno accade perché le persone si nutrono in modo automatico, rinunciando alla possibilità di scegliere in base a ciò che “sentono” veramente funzionale per loro stesse. Mangiano perché devono mangiare, e non perché avvertono lo stimolo delle fame; ingoiano un cibo perché fa gola e non perché hanno fame; prediligono un alimento perché è facilmente disponibile e non perché è quello che l’organismo suggerisce di scegliere in base ai suoi bisogni.

Comportamenti come questi sono inadeguati e, nel tempo, possono rivelarsi pericolosi dando luogo a condizioni di malessere che coinvolgono non solo il nostro corpo, ma anche la nostra mente ed infine il nostro umore. Per capire meglio questo fenomeno, può aiutare il seguente esempio: un individuo che si alimenta in modo eccessivo, è portato a sviluppare più facilmente una condizione di sovrappeso; l’aumento ponderale genera pensieri negativi come per esempio, “sono grasso, quindi sono brutto e poco attraente”; pensieri che a loro volta possono innescare vissuti emotivi di tristezza e avvilimento che, nei casi più gravi, possono sfociare in depressione.

Anche il corpo, se non alimentato in modo appropriato, può andare incontro ad alcuni scompensi. Spesso gli individui hanno la cattiva abitudine di seguire diete poco equilibriate soltanto perché vanno di moda e, soprattutto, perché garantiscono risultati stupefacenti in tempi molto rapidi, senza rendersi conto che così facendo rischiano di comprometterne l’equilibrio. Un falso mito per esempio da sfatare è che per dimagrire o depurare l’organismo occorre osservare ogni tanto un giorno di digiuno. Questo credenza è falsa: il problema infatti non è non mangiare, ma cosa mangiare. Inoltre il metabolismo rallenta con il digiuno, quindi nel momento in cui si riprende a mangiare il fisico ci metterà più tempo a smaltire le calorie che si sono ingerite di quanto non ce ne avrebbe messo normalmente.

Anche la nostra psiche può influenzare negativamente lo stile alimentare e, di conseguenza, l’equilibrio del corpo e del cervello. Nel corso della vita le persone vanno incontro a condizioni di avversità che possono cambiare radicalmente le abitudini alimentari. Pensiamo per esempio a eventi come i lutti, le malattie o le delusioni derivanti dalla fine di una relazione d’amore o a problemi vissuti a livello professionale. Questi traumi possono generare inappetenza o, al contrario, un eccessivo attaccamento al cibo, fenomeni che con il tempo possono sfociare in vere e proprie patologie. Se è vero che i traumi per essere elaborati richiedono del tempo e che durante questo tempo possono portare le persone ad alimentarsi in modo inappropriato, è altrettanto vero che tale comportamento non deve perdurare all’infinito. Durante questo tempo, alcuni alimenti poi diventano preziosi alleati per curare le ferite e, spesso, anche alibi per continuare ad alimentarsi anche dopo la guarigione della ferita. Pensiamo per esempio al cioccolato. Questo alimento contiene sostanze che possono generare dipendenza perché capaci di indurre uno stato momentaneo di benessere nell’organismo. Il cioccolato, così come tutti gli alimenti cosidetti “comfort” sono ricercati da coloro che vivono condizioni di disagio. Pensiamo per esempio alle persone stressate che hanno la tendenza a preferire cibi con alti livelli di zucchero, carboidrati e grassi. I “comfort food”, con funzione di antidoti contro lo stress, riducono temporaneamente la sensazione di disagio che è il motivo per cui sono tanto invitanti. Questa abitudine alimentare è però insana e dannosa, in quanto comporta una glicemia instabile e di conseguenza livelli di insulina irregolari che, con il passare del tempo, determinano condizioni di sovrappeso e obesità e sbalzi d’umore. Non è un caso che i primi segnali di deficienze o squilibri nutrizionali sono spesso umori e comportamenti alterati.

Una buona strategia per evitare di scivolare in questa trappola è di apportare modifiche a ciò che mangiamo e, soprattutto evitare di utilizzare il cibo per auto-medicarsi.  Le risposte positive da individui che hanno apportato modifiche alla loro dieta confermano l’importanza del cibo e della nutrizione per mantenere o migliorare la gestione delle emozioni e la salute mentale.

Per raggiungere e preservare una condizione di benessere è importante prendersi cura di sé dunque anche attraverso il cibo che mangiamo quotidianamente, anche imparando a riconoscere quali sono i miti sul cibo da sfatare. I miti e le credenze infatti disorientano le persone fino a portarle ad assumere comportamenti non solo inadeguati ma anche pericolosi per la salute. Tra i più diffusi, per esempio, troviamo quello che definisce lo zucchero di canna più sano di quello bianco; questa affermazione è vera solo in parte! Infatti, si tratta sempre di zucchero e, come tale, non è significativo ai fini di una dieta.

Un altro mito diffuso è quello secondo cui in inverno si bruciano più calorie. Anche questo mito è vero solo parzialmente: in inverno fa più freddo, quindi l’organismo necessita di più calorie per affrontare le temperature rigide, però è vero che si è anche più stantii, quindi il poco movimento non agevola il calo ponderale, fenomeno invece tipico dell’estate, in cui le persone sono più portate a stare all’aria aperta, a fare sport, passeggiate e quindi consumano di più.

Ed ancora, mangiare il pesce ricco di fosforo fa bene a chi studia. Il pesce, specialmente quello azzurro, ha un grande valore nutrizionale, ma non certo per l’apporto di fosforo in esso contenuto. Sono i benefici salutari di Omega 3 e 6, acidi grassi insaturi che non fanno aumentare il colesterolo, ma che allo stesso tempo sono fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo:

– A livello cerebrale sono fondamentali per lo sviluppo e il mantenimento delle strutture nervose.

– Modulano la risposta infiammatoria (disturbi articolari, asma, colon irritabile ecc.).

– Proteggono l’apparato cardiovascolare, contrastando l’aumento dei trigliceridi, aumentando il colesterolo buono, diminuendo l’aggregazione delle piastrine e migliorando l’elasticità delle arterie.

– Proteggono la retina.

– Possono essere d’aiuto in diverse alterazioni della cute (eczema atopico, psoriasi).

Infine, gli omega 3 sembrerebbero favorire il buonumore, poichè nei Paesi in cui si consuma più pesce, la depressione è meno diffusa: sembra che ciò sia dovuto al fatto che i livelli elevati di omega 3 nel sangue aumentano il livello di serotonina, un neurotrasmettitore direttamente collegato alle sensazioni di benessere.

Come spiegato quindi, il cibo che quotidianamente si sceglie di privilegiare, ha effetti sul nostro organismo, in quanto contribuisce a favorire o, al contrario a danneggiarne l’equilibrio. Per questo motivo è importante scegliere in modo responsabile per prendersi cura di se’.