I Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Screenshot 2014-04-17 11.04.26Dal mese di febbraio 2014, il Centro di Psicologia Integrata DYMA è stato autorizzato come soggetto per la prima certificazione diagnostica dei Disturbi Specifici Dell’Apprendimento (DSA), valida ai fini scolastici. All’interno del centro è presente un’équipe di esperti che si occupa della valutazione DSA secondo gli standard normativi vigenti, permettendo alle famiglie di ridurre i tempi lunghissimi d’attesa presenti nel settore pubblico.

Generalmente la richiesta di valutazione giunge alla famiglia dalla scuola, e nasce dalla percezione di una fatica del bambino nel lavoro scolastico che supera il suo investimento in termini di impegno ed  energie.

La certificazione clinica DSA si basa su criteri standard che prescrivono l’uso di una specifica batteria di test, somministrata individualmente dallo specialista (logopedista,medico,psicologo); solo se i risultati di queste prove risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di intelligenza, può essere certificato il Disturbo di Apprendimento.

Se tali criteri non vengono soddisfatti, non si può parlare di Disturbo di apprendimento, ma di Difficoltà o Debolezze negli apprendimenti; in questi casi, è opportuno considerare  l’influenza di altri fattori che possono compromettere il funzionamento scolastico del bambino:  metodologia di insegnamento non idonea, mancanza di opportunità, fattori culturali, ritardi cognitivi e implicazioni emotive e psichiche (ansia, depressione, rabbia ad esempio). Ecco perché  la valutazione psicologica è considerata parte integrante del percorso diagnostico.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento si manifestano come un’atipia dello sviluppo delle specifiche abilità dell’apprendimento scolastico (lettura, scrittura e calcolo), in un contesto di funzionamento intellettivo normale. Secondo i manuali diagnostici in uso (DSM-IV, ICD-10), la categoria DSA, classificata tra i Disturbi Evolutivi Specifici comprende:

    • Dislessia: difficoltà a leggere fluentemente, secondo i parametri di velocità e accuratezza.
    • Disgrafia: difficoltà (di ordine prassico-motorie) nel riprodurre  segni alfabetici e numerici.
    • Disortografia: la scrittura non rispetta le regole di trasformazione del parlato in linguaggio scritto.
    • Discalculia: difficoltà nell’apprendimento del sistema dei numeri e del calcolo.

Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica, sebbene i fattori psicologici coinvolti siano importanti e spesso condizionano l’evolversi del disturbo. Per questa ragione, uno spazio  all’interno della valutazione deve essere riservato allo screening dell’assetto emotivo del bambino. Se vi è riconoscimento precoce, i soggetti presentano possibilità di recupero parziale attraverso interventi mirati (attenzione non si può mai parlare di “guarigione”). La diagnosi precoce è di fondamentale importanza per la compensazione e l’integrazione del disturbo nella vita scolastica del bambino e di conseguenza per lo sviluppo dell’autostima legata al successo scolastico. La scuola, infatti, è il luogo in cui il bambino sviluppa e costruisce la sua identità, e l’esperienza di fallimento insieme al sentimento di fatica costante, minacciano fortemente lo sviluppo di un’immagine di sé positiva ed efficace; i bambini nei quali non viene riconosciuto il disturbo nei tempi e nei modi adeguati, cercano una spiegazione del proprio fallimento facendo riferimento a ciò che conoscono, attribuendo a se stessi scarsa intelligenza e incapacità: “io sono stupido” “io non capisco” “io non sono capace”, le più frequenti conclusioni nella mente dello scolaro. Da questo punto di vista, la diagnosi di DSA, può rappresentare un sollievo. In questa complessità, dopo la valutazione, appare fondamentale il ruolo dell’intervento di sostegno psicologico, accanto al trattamento riabilitativo specifico degli apprendimenti. L’impatto psicologico del disturbo sul bambino, sulla famiglia e sull’ambiente scolastico potrebbe condizionare le possibilità di recupero del bambino stesso. Il raggiungimento di un’autonomia per un alunno che soffre di questa patologia ha costi elevati in termini di vissuto emotivo. In questo contesto, è utile prestare attenzione a vari fattori: la buona strutturazione dell’intervento, il sostegno psicologico al bambino e alla famiglia e il coinvolgimento della rete scolastica.

Al centro del lavoro intorno allo studente con Disturbo di Apprendimento, troviamo un importante lavoro normativo, che negli ultimi anni ha regolamentato la tutela dell’allievo con DSA.
Le nuove linee guida e le leggi riguardanti i DSA, e più in generale la scuola, offrono alle istituzioni la possibilità di fornire agli studenti gli adeguati strumenti compensativi e dispensativi, attraverso la compilazione di un piano di lavoro ad hoc, volto a valorizzare le risorse di ciascuno studente per il raggiungimento degli obiettivi didattici (PDP, piano didattico personalizzato, da distinguersi dal PEI, piano educativo individualizzato, attuato in caso di handicap).

“Nel D.P.R. 275/1999,all’ art. 4.2 il Regolamento dell’autonomia scolastica  offre lo strumento della flessibilità (“le istituzioni scolastiche possono adottare tutte le  forme di flessibilità che ritengono opportune”). Tale flessibilità […]è prevista anche in tutti gli aspetti dell’organizzazione educativa e didattica della Scuola e quindi va intesa come personalizzazione educativa e didattica, come personalizzazione degli obiettivi formativi e come personalizzazione dei percorsi formativi”.  (comitato AID scuola 2010)
Questo stralcio mette in evidenza l’importanza che il piano di lavoro scolastico sia personalizzato sul profilo dello studente; nel caso dell’allievo con DSA, un buon percorso deve essere tarato sulle carenze del bambino, ma, per non togliergli alcuna possibilità di riuscita reale, deve soprattutto rinforzarne e stimolarne le risorse e le abilità integre. L’uso indistinto, non personalizzato, degli strumenti compensativi e dispensativi, può ledere lo sviluppo delle abilità residue, non coinvolte nel disturbo.
In questa complessità, appare essenziale la collaborazione tra scuola (dall’insegnante al  dirigente scolastico) e professionisti per svolgere la valutazione e la riabilitazione degli apprendimenti.
È necessario sottolineare la delicatezza delle problematiche psicologiche che s’innestano nell’alunno con DSA, e la possibilità di predisporre interventi mirati a contenere tali problematiche.
Ad esempio, ai compagni di classe (e alle rispettive famiglie), i vari utilizzi degli strumenti compensativi e delle misure dispensative possono risultare incomprensibili facilitazioni. E’ utile quindi che all’interno della scuola vengano avviate adeguate iniziative per condividere con i compagni di classe le ragioni dell’applicazione degli strumenti e delle misure citate, per evitare la stigmatizzazione e le ricadute psicologiche negative.

Si sottolinea che il decreto sulla flessibilità scolastica, riguarda la scuola in generale e il diritto di tutti gli studenti, quindi anche di coloro che non presentano un vero e proprio disturbo con diagnosi delle facoltà di apprendimento, ma ad esempio una semplice debolezza negli apprendimenti.
La diagnosi di DSA può e deve essere compilata solo ed esclusivamente in presenza dei parametri di difficoltà stabiliti dalle normative di riferimento. Il mancato raggiungimento di tali parametri non esclude tuttavia la presenza di aree di debolezza importanti, a cui prestare particolare attenzione. Anche in questi casi, l’intervento mirato ed il supporto personale non devono essere negati al bambino, pena lo strutturarsi di un quadro di difficoltà, e di problematiche emotive, più radicato.
Ove vengano a mancare tali margini di flessibilità,  il rischio è che la diagnosi sia posta avventatamente, per legittimare l’insegnante e la scuola all’utilizzo di misure ritenute “speciali” (più giustamente nominate “specifiche”); l’etichetta “DSA” diviene così un alibi per gli adulti, a discapito del bambino, un’etichetta che porterà per sempre, non solo sulla carta, ma anche nel suo mondo interno.\r\nConsigli bibliografici: (LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI E DEGLI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO – ALLEGATE AL DECRETO MINISTERIALE 12 LUGLIO 2011 – MIUR).

Principali riferimenti normativi:
La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati “DSA”. Il diritto allo studio è garantito dal Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca. L’articolo 7 della suddetta legge ne stabilisce le modalità di formazione dei docenti e le misure didattiche ed educative atte a sostenere il processo di insegnamento e apprendimento, sin dalla scuola dell’Infanzia, sia delle forme di verifica e valutazione. Secondo l’articolo 5,  Gli Uffici Scolastici Regionali si impegnano a favorire il rilascio di una certificazione diagnostica dettagliata.
La CM n°18 del 9 febbraio 2012 obbliga le scuole ad adottare libri di testo redatti in forma mista, parte cartacea e parte in formato digitale, direttamente scaricabili da internet. Tale normativa, volta soprattutto a contenere i costi per le famiglie, offre la possibilità di avere a disposizione un testo digitale che potrebbe essere utilizzato in modo proficuo dagli alunni con DSA.
Per quel che concerne l’insegnamento delle lingue straniere il decreto attuativo legge 170/2010, art.6, comma 4 afferma che: “Le Istituzioni scolastiche attuano ogni strategia didattica per consentire ad alunni e studenti con DSA l’apprendimento delle lingue straniere. A tal fine valorizzano le modalità attraverso cui il discente meglio può esprimere le sue competenze, privilegiando l’espressione orale, nonché ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune. Le prove scritte di lingua straniera sono progettate, presentate e valutate secondo modalità compatibili con le difficoltà connesse ai DSA”.
Secondo il D.P.R. 22 giugno 2009, n. 122, Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni e ulteriori modalità applicative in materia per gli alunni con DSA adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti devono considerare le specifiche situazioni soggettive; a tal fine sono adottati nello svolgimento delle stesse strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi. Nel diploma finale non verrà menzionata la differenziazione delle prove avvenuta.

Tutti i riferimenti normativi sono disponibili sul sito del ministero della pubblica istruzione e sui siti dedicati (si cita per brevità solo www.aiditalia.org).

Alcuni dati statistici sulla popolazione italiana.
Nel febbraio 2011, si è svolta la prima rilevazione relativa agli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento presenti nel sistema nazionale d’istruzione; nel mese di settembre dello stesso anno è stata realizzata una seconda elaborazione con un aumento di alunni con DSA pari a circa il 37%.
Nel 2012 si è passati dallo 0,9% della popolazione scolastica all’ 1,2%.
Questo incremento potrebbe essere dovuto alla maggiore sensibilizzazione rispetto a tale problema.

    • Secondo il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (12/11/2013), aumenta il numero di alunni con disabilità, nella scuola statale italiana.
    • Uno studio epidemiologico ancora in corso (SNLG-iss, 2011) afferma che circa il 3% della popolazione scolastica rientra in tale disturbo, quasi un bambino per classe.
    • In Italia ci sono circa 1 milione e 500 mila dislessici.
    • Nel 2007 sono state pubblicate a cura della SINPIA le “Raccomandazioni per la pratica clinica sui DSA” definite con il metodo della Consensus Conference, che hanno dato maggiori indicazioni in merito alle procedure diagnostiche e alla programmazione dell’intervento, a cui è seguito un ulteriore approfondimento nel 2011 con la pubblicazione delle Linee Guida Nazionali.
    • E’ stato riscontrata un alta incidenza nel sesso maschile e un alto tasso di ereditarietà.
    • L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna è stato il primo, a livello nazionale, ad avviare un sistematico progetto di formazione per alunni con disturbi specifici di apprendimento, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Dislessia.